venerdì 10 luglio 2015

Le sirighe usate della clinica Sun gettate tra le colonne greco-romaneLe sirighe usate della clinica Sun gettate tra le colonne greco-romane

Ecco la Neapolis coperta di monnezza: colonne e mure greche piene di rifiuti speciali a Caponapoli. Spuntano bidoncini neri con l’etichetta «Materie infettive»





Quattro vecchie pietre tra cespugli e rifiuti ospedalieri. Niente di male, se non si trattasse dei preziosi resti architettonici dei primi insediamenti greci sulle colline di Neapolis. Sul retro della clinica di Ginecologia della Seconda Università di Napoli (Sun), al largo Madonna delle Grazie, la base di una colonna ben conservata spunta dietro a una passerella di metallo.

«Materie infettive»
In quell’angolo nascosto sotto il livello della strada vengono abitualmente scaricati bidoncini neri con la scritta “Materie Infettive”. Se qualcuno avesse voglia di osservare da vicino l’antico pilastro, è avvertito. Poco distante, in un terrazzino del dipartimento di Psichiatria, altre interessanti strutture vecchie di ventotto secoli sono serrate da un arrugginito cancelletto. Fitti rovi assediano le mura. Un ampia base è diventata il ricettacolo delle cicche gettate dai posteggiatori della zona, decisamente infastiditi dai curiosi che allungano il collo tra le auto per scoprire il frammento di storia. Eppure basterebbe poco per valorizzare queste “quattro pietre”. Ce lo dimostra la vicinissima chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli, il cinquecentesco luogo di culto che ha aperto al suo interno uno squarcio sugli ambienti di epoca greca riportati alla luce dagli archeologi, un metro sotto il pavimento. Ti siedi su una panca e immagini la vita degli antenati. Senza il rischio di infezioni.

fonte: articolo di Marco Molino http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it

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