Tonnellate di rifiuti ed escrementi sporcano la vetta più alta del
mondo, ma le autorità nepalesi annunciano sanzioni per fermare lo
scempio
Ma quest'anno il governo del Nepal ha detto basta. Stanco di inviare squadre di operatori a raccogliere i resti delle arrampicate, ha dichiarato che applicherà con estremo rigore le misure approvate un anno fa ma mai rispettate. Multe fino a 4mila dollari aspettano gli alpinisti che non portano indietro, ciascuno, almeno otto chili di rifiuti. Compresi quelli organici. Da marzo a maggio, infatti, si prevede l'arrivo di circa 300 scalatori, guidati dagli Sherpa, sui sentieri ghiacciati dell'Everest. In assenza di servizi igienici, sbrigano le necessità corporali all'aperto, ma negli anni se n'è accumulata una quantità insostenibile. Addirittura, la Nepal Mountaineering Association dichiara che le deiezioni umane sono un problema ben più grande rispetto alle bombole di ossigeno, tende strappate, scale rotte, lattine e contenitori che i gruppi si lasciano alle spalle. Il problema è che restano intatte nel ghiaccio per tutto l'inverno, per poi venire allo scoperto nella stagione dell'arrampicata, quando si sciolgono i ghiacciai. L'odore che diffondono è sgradevole, e si comincia a porre il problema dei rischi per la salute delle persone che bevono l'acqua dei fiumi alimentati dalla fusione dei ghiacciai. Ecco perché, da quest'anno, i funzionari del turismo giurano che i controlli saranno molto più severi.
Difficile stimare la quantità di escrementi rimasti congelati sotto la neve. Le spedizioni di pulizia Eco-Everest, guidate ogni anno dalla Dawa Steven Sherpa, a partire dal 2008 hanno recuperato 15.000 chili di spazzatura. Nel 2012, gli artisti nepalesi hanno prodotto delle sculture con 1,5 tonnellate di rifiuti prelevati dall'Everest, prendendo parte a una campagna di sensibilizzazione.
Fonte: articolo di Repubblica scritto da FRANCESCO PANIÈ
Nessun commento:
Posta un commento